CAPITOLO
1
IL
REGNO DI KOTOR
«Uff, si
ricomincia a lavorare… io però volevo rimanere a *yawn* dormire»
«E muoviti
che siamo già in ritardo, poi il re Zelos ci rimprovererà di nuovo»
“Salve a
tutti! Il mio nome è Isaac e sono un Paladino al servizio di re Zelos. Qui nel
regno di Kotor oramai viviamo in un periodo di pace tra le nazioni confinanti,
quindi vi chiederete come mai tutta questa fretta di lavorare. Beh, purtroppo
l’isola di Tahalakas, patria dei demoni, è tornata all’attivo. Il re demoniaco
Jikininki per soddisfare la sua enorme fame, sta inviando truppe su truppe per
rapire quanti più esseri umani possibili. Sono oramai 6 mesi che combattiamo
contro demoni, orchi, elfi oscuri ed ogni sorta di mostro e mostriciattolo
conosciuto sulla faccia della Terra! Due giorni fa abbiamo perfino fatto fuori
un autentico drago! Beh… non era poi così grosso… però stava incendiando tutti
i raccolti, bisognava fermarlo! E così il re Zelos ci ha premiato, dandoci due
giorni di riposo ed una promozione. Io infatti da Soldato d’Elite, sono
diventato un Paladino!”
«VUOI DARTI
UNA MOSSA!»
“Ah già… la
ragazza che sta sbraitando come una pazza è una mia carissima amica. Si chiama
Marina, è molto giovane ma ha comunque molto talento! Quando l’ho conosciuta
era soltanto un’apprendista maga che si stava specializzando nelle arti
evocative, ora invece è un’evocatrice coi fiocchi! È anche grazie a lei che
abbiamo sconfitto il drago. Però al contrario mio, lei non ha voluto i giorni
di riposo… è proprio una stacanovista”
«Ecco, sono
pronto», disse Isaac.
«Sì e se la
testa non fosse attaccata alle spalle ti scorderesti anche quella… NON POSSO
SEMPRE RICORDARTI DI PRENDERE L’ELMO!», tuonò Marina.
«Hai.. hai
ragione, scusami…», rispose debolmente Isaac. “Quando fa così mi fa seriamente
paura…. ma le voglio un bene dell’anima”
«Ed ora
incamminiamoci, abbiamo perso fin troppo tempo!», tuonò nuovamente Marina.
«Ma.. ho
l’armatura, è pesante! E poi siamo in ritardo… non è che potresti chiamare Roc?
Dai, solo per questa volta, è giusto per non fare tardi dopo i giorni di
permesso. Non vorrei che il re pensasse che sia diventato uno scansafatiche e
quindi mi togliesse la promozione», supplicò Isaac.
«Isaac… che
devo fare con te? Ti ho già detto che non posso usare la mia magia evocativa
per scopi personali e per di più futili!», replicò seccata Marina.
«Ma sarebbe
solo per questa volta! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti
prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego», continuò a supplicare Isaac.
«Va bene, va
bene, basta che la smetti! Uff… spero di non venire ripresa dal mio maestro.»,
Marina aprì un libro e cominciò a recitare: «Con il tuo manto bianco come la
neve, la tua potenza per sovrastare le intemperie ed il tuo coraggio a guidarci
impavido, io ti evoco possente Roc!»
Dopo aver
pronunciato quelle parole, un simbolo magico comparve al suolo di fronte a lei
seguito da una forte luce e da un rombo di tuono. Ecco che davanti a loro si
ergeva fiero e solenne un grosso uccello dalle piume bianche. Il suo nome era
Roc. Era grande come due elefanti ed aveva un’apertura alare di 16 metri. A
guardarlo incuteva senz’altro timore.
«Ecco, sarai
contento ora. Scusami Roc, non volevo disturbarti, è che Isaac è pesac..»
«MA ANDIAMO
NON VORREMO FARE TARDI!», Isaac interruppe bruscamente Marina.
I due
salirono su Roc che si levò in volo ad altissima velocità. Isaac non era mai
salito sopra Roc, il rinculo dato dalla partenza della bestia lo stava per
disarcionare.
«Beh.. tutto
sommato non hai avuto una cattiva idea», disse Marina, «da quassù lo spettacolo
è bellissimo!»
“Marina aveva
ragione, si poteva vedere tutto il regno di Kotor. Beh… quasi. Kotor si trova
su di un’isola abbastanza grande, poterlo vedere tutto dall’alto è impensabile.
Però si riesce a scrutare il feudo imperiale, Khotim: un enorme feudo in cui la
gente vive in armonia e tranquillità. Nel punto più alto si trova il palazzo
imperiale, motivo di vanto per il nostro sovrano. Dice di averlo costruito da
solo, mattone dopo mattone. Io penso che sia solo una storiella per fare il
figo. La città poi, è veramente tranquilla e vivibile, suddivisa in zona
commerciale, zona industriale e zona abitabile. Infatti mi domando come mai mi
ostino ancora a vivere fuori città…”
Isaac alzò lo
sguardo verso Marina
“… ora
ricordo il perché *sigh* ”
I due vennero
lasciati all’ingresso della città, visto che Roc, essendo troppo grande, avrebbe
causato certamente dei problemi.
Dopo aver
pronunciato “Io rompo il sigillo, i tuoi servigi sono stati esemplari”, Marina
entrò in fretta e furia in città, seguita da Isaac. C’era un bel po’ di
movimento, i due riuscivano a fatica a muoversi in mezzo alla folla.
«Visto? Ora
per colpa tua siamo bloccati qui, in mezzo alla gente. Sai che la mattina è
sempre problematico andarsene in giro, la gente va a far spesa o a lavorare….
ECCO PERCHÉ VENGO OGNI MATTINA A SVEGLIARTI PRESTO!», sbraitò Marina.
“A malincuore
devo darle ragione… ma stavo facendo un sogno così bello, non potevo svegliarmi”,
pensò Isaac.
Finalmente i
due arrivarono al castello. Una guardia aprì loro il cancello e gli fece segno
di sbrigarsi. Tutti sapevano che il re Zelos non era una persona che amava
aspettare.
«Facciamoci
subito ricevere, avrà sicuramente delle missioni importanti da assegnarci»,
disse frettolosamente Marina. Isaac annuì e la seguì verso la sala del trono.
Il castello di Khotim era davvero lussuoso, con muratura in marmo, candelabri
in oro, lampadari lussuosi, tende di velluto, tavoli in mogano, tappeti e
perfino delle fontane. Il re Zelos non voleva proprio farsi mancare nulla!
Arrivati alla
sala del trono, i due trovarono altre persone ad attenderli, oltre a re Zelos
ed alla regina Seles. Tra queste figuravano vecchie conoscenze di Isaac e
Marina: Cagliostro, l’alchimista di corte, e Cesco, il chierico della
parrocchia del castello. Le altre persone erano: una donna, un anziano signore
ed una bambina. Né Marina né Isaac avevano mai visto quelle persone in giro per
la città o per l’isola. Nemmeno in campagna dove bene o male si conoscevano un
po’ tutti. Dovevano per forza provenire da fuori.
Re Zelos
ruppe quel silenzio imbarazzante: «Finalmente siete arrivati… sapete quanto ci
avete fatto aspettare?»
«Ci
dispiace», dissero all’unisono i due.
«E per di più
Marina, hai usato un’evocazione per i tuoi scopi personali… questo non farà
piacere al maestro Maxwell» continuò re Zelos.
Marina diede
uno sguardo pieno di odio e risentimento al povero Isaac.
«Ahahah, dai
stavo scherzando! Non prendertela con il povero Isaac!»
I due
assunsero un’espressione perplessa.
«Non ha
intenzione di punirci o rimproverarci?», chiese sorpreso Isaac.
«La
situazione non è delle migliori ragazzi, non c’è tempo per punizioni o rimproveri»,
re Zelos divenne improvvisamente serio, «sedetevi, vi spiegherò chi sono queste
persone e la situazione nel dettaglio»
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