sabato 29 giugno 2013

I Tre Demoni Bianchi - capitolo 3

CAPITOLO 3: IL VILLAGGIO MALEDETTO

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Titania: «Ecco, la porta è chiusa a chiave. Dovremmo poter stare tranquille ora»

Leonora: «Secondo me ti stai preoccupando un po' troppo, Titania. Magari quelle persone sono solo un po' stressate e quindi straparlano»

Titania: «Sorellina, dovresti sapere meglio di me che in questo mondo non bisogna fidarsi di niente e di nessuno. Per questa sera è meglio rimanere qui in questa stanza»

Leonora: «Ma io sto sentendo i morsi della fame, non credo di poter resistere!»

Titania estrasse dalla sua sacca un sacchetto più piccolo contenente delle bacche, le stesse che diede a Kate quella mattina: «Ecco, possiamo mangiare queste. Ce ne sono in abbondanza per tutte»

Leonora: «... non riusciranno mai queste bacche a riempire il mio stomaco! Morirò di fame, lo so....»

Titania: «È meglio che non mangi troppo, rischieresti di ingrassare. Sei la più carina del gruppo, se dovessi ingrassare invece che 'Demone Avvenente' ti chiameranno 'Demone Tondeggiante'»

Leonora: «Non sei spiritosa, sorellona cara»

Titania: «Suvvia, fattela una risata qualche volta!»

Kate: «Silenzio voi due.... il sole è tramontato e c'è del movimento in città»

Le tre sorelle si affacciarono alla finestra della loro stanza, situata al primo piano della locanda. Ciò che videro fu uno spettacolo raccapricciante: l'intero villaggio era gremito di gente armata intenta a ferirsi ed uccidersi a vicenda. Uomini adulti, anziani, donne, bambini... tutti avevano almeno un'arma: coltelli, forconi, asce, accette, balestre, spade, archi, pietre, bastoni.... ce n'era per tutti i gusti. Uomini che accoltellavano a sangue freddo le loro donne. Gruppi di bambini armati di armi contundenti che circondavano uomini e donne, assaltandoli ripetutamente provocando tagli più o meno profondi, fino a far morire le vittime dissanguate. Anziani che si davano fuoco tenendo per mano dei bambini senza lasciarli fuggire. Donne che tagliavano la testa ai loro mariti e ai loro figli. Ed ancora, bambini che dai tetti armati di arco e balestre colpivano gli anziani, più lenti ed indifesi, colpendoli alla testa o al collo. Anziani che avvelenavano donne e bambini facendogli mangiare torte avvelenate o direttamente la fiala di veleno. Uomini intenti ad impiccare i propri figli. Le tre sorelle erano rimaste interdette.

Leonora: «Ma che diavolo sta succedendo qui?»

Kate: «Che spettacolo orribile...»

Titania: «Deve essere la maledizione di cui parlava il locandiere»

Improvvisamente la porta della loro stanza cominciò a tremare. C'era qualcuno fuori alla porta che voleva entrare con insistenza.

Titania: «State indietro, me ne occupo io»

La porta stava cedendo sotto i colpi incessanti di un'ascia. Si aprì una fessura dalla quale le ragazze poterono  vedere il locandiere intento a dare colpi alla porta per farla crollare.

Kate: «Ma non era stato lui ad assicurarsi di non uscire dalla stanza? Perché ora vuole attaccarci?»

Titania: «Guarda i suoi occhi... sono spenti. Non è in se, è come se stesse agendo inconsciamente»

La porta cedette ed il locandiere si scagliò contro Titania, facendo cadere la sua ascia sulla testa della ragazza.

Leonora: «Attenta!»

Titania afferrò l'ascia con le sue mani, fermando il colpo: «Tsk, come se questo possa risultare un problema». Subito dopo diede una sonora testata al locandiere che finì a terra con la testa fratturata, in un lago di sangue.

Leonora: «Uff, c'è mancato poco»

Kate: «Di che ti preoccupi? La sorellona è imbattibile!»

Improvvisamente un sasso ruppe il vetro della finestra ed alcune schegge ferirono Kate al bracco sinistro.

Titania corse subito alla finestra per vedere chi fosse stato, mentre Leonora provvide subito a medicare Kate. Fuori, di fronte alla locanda, c'era un gruppo composta da tre bambini ed una bambina, tutti armati di sassi, fionde e coltelli. Il gruppo iniziò a tirare tutto ciò che aveva sotto mano, colpendo la bianca armatura di Titania o sfiorandola. Bastarono pochi secondi per far spazientire la ragazza che con un balzo li raggiunse. I bambini impugnarono i coltelli e corsero verso Titania.

Titania: «Che seccatura... se li colpisco rischierei di fargli molto male. Non mi resta nient'altro da fare»

La ragazza si voltò dando le spalle ai bambini e, rivolgendosi verso la finestra, disse: «Ragazze, tappatevi le orecchie!»

Leonora: «No aspetta, non vorrai!»

Kate: «È troppo tardi, finirai di medicarmi dopo. Tappati le orecchie, presto!»

Le ragazze si coprirono le orecchie. Titania fece un profondo respiro, si girò e, mentre un bambino era saltato per accoltellarla alla faccia, cacciò un urlo devastante. Lo spostamento d'aria generato da quell'urlo fece sobbalzare all'indietro di svariati metri quel povero bambino che si trovava a distanza estremamente ravvicinata con Titania, oltre a fargli sanguinare le orecchie, il naso e gli occhi a causa di lesioni interne. Gli altri bambini invece svennero. Nel raggio di 10 metri tutti i vetri vennero frantumati, mentre nel raggio di 2 metri, le abitazioni subirono danni ingenti. L'urlo si protrasse molto più avanti, mettendo all'erta gli altri abitanti del villaggio e facendo scappare gli animali nelle vicinanze. Uno stormo di uccelli si levò dalla vicina foresta, fuggendo terrorizzato.

Titania: «Ecco fatto, spero abbiano capito la lezione!»

Le altre due sorelle si affacciarono, alterandosi contro la loro sorella maggiore.

Leonora: «Ma sei impazzita? Stavo medicando Kate, ti sembra il modo!?»

Kate: «Non era il caso di usare l'urlo del Demone, non trovi?»

Titania: «Beh, ma almeno così il problema è stato risolto. Che c'è di male scusate?»

Kate: «Potevi trovare un modo meno traumatico per risolvere la questione... hai praticamente fatto una strage»

Titania: «Veramente ho fatto fuori solamente il locandiere ed un bambino che stava per accoltellarmi alla faccia... gli altri son solo svenuti. Da quando sei così sentimentale, eh Kate? Non sarà per via di quel tuo 'amico'?»

Kate: «M-ma di c-che stai parlando!»

Titania: «Ed allora perché sei diventata tutta rossa?»

Kate: «D-deve essere per via delle cure di Leonora!»

Leonora: «Ma se ti ho semplicemente fasciato il braccio!»

Kate: «.... ad ogni modo, guarda gli effetti del tuo urlo cara sorellona!»

Un folto numero di persone con aria poco amichevole si stava dirigendo verso Titania.

Titania: «Uff... ed io che volevo evitare di fare una strage»

Leonora: «Aspetta... guarda, sta sorgendo il sole»

I primi raggi dell'alba colpirono il villaggio ed i suoi abitati che improvvisamente si fermarono e lasciarono cadere a terra le armi. Come per magia i danni alle abitazioni vennero riparati: i vetri rotti tornarono come prima, le travi ammaccate tornarono lisce e splendenti, le case bruciate tornarono come nuove. In più, tutte le persone che quella sera erano state brutalmente uccise o si erano suicidate, tornarono in vita senza nemmeno un graffio.

Titania: «Ma che sta succedendo qui....»

Leonora vide che il locandiere si stava rialzando: la ferita alla testa era sparita, come anche il sangue in terra e sui vestiti. Era come se non fosse successo nulla.

Locandiere: «Ah siete voi.... buongiorno. Spero abbiate riposato bene», disse volgendo lo sguardo altrove.

Leonora, in preda ad uno scatto d'ira, corse verso l'uomo e lo afferrò per il collo, alzandolo pochi centimetri da terra: «Buongiorno? Dormito bene? MA STAI FORSE SCHERZANDO?»

Kate si strinse il braccio sinistro e notò che le faceva ancora male. Intanto Titania era tornata in stanza.

Titania: «Leonora, lascialo andare. Il nostro amico qui deve spiegarci molte cose. Dove possiamo parlare»

Leonora lasciò andare l'uomo che cadde in ginocchio e tossendo disse: «V...venite nel mio ufficio... vi racconterò tutto...»

L'ufficio del locandiere era in realtà una cantina. Lì erano presenti vecchi libri e scartoffie varie.

Locandiere: «Tutto iniziò due settimane fa. Il nostro era un villaggio tranquillo ed ospitale. Non abbiamo mai fatto del male a nessuno, anzi ci siamo sempre resi molto disponibili nel caso qualche straniero venisse a farci visita.

Kate: «Ed infatti il vostro villaggio ci è stato consigliato da una persona della Compagnia di Endo»

Locandiere: «Mi dispiace signorina, non abbiamo molti contatti con il mondo esterno. Non conosco questa Compagnia di Endo»

Titania: «Avete una foresta ed un ruscello nelle vicinanze, risorse ed animali non vi mancano è normale che non abbiate motivo di interessarvi al mondo che vi circonda. Continua pure»

Locandiere: «È proprio come dice lei. Ad ogni modo, la nefasta notte di due settimane fa accadde il misfatto: gli abitanti del villaggio divennero particolarmente aggressivi e cominciarono ad attaccarsi a vicenda, mietendo numerose vittime. Nessuno sembrava in grado di agire liberamente, era come se qualcuno ci controllasse. Tutto questo vortice di morte e distruzione continua fino al sorgere del sole: quando le prime luci dell'alba colpiscono il villaggio, torniamo ad avere il controllo di noi stessi. I danni causati vengono riparati come per magia e chi è deceduto torna di nuovo in vita»

Kate: «Ma è terribile...»

Locandiere: «E non è tutto, ora arriva la parte più terribile: ognuno di noi mantiene il ricordo di ciò che è successo! Sono due settimane che andiamo avanti ad ucciderci a vicenda per poi ricordare tutto. È una vera agonia!»

Kate: «Poverini, provo pena per loro. Chi può essere stato a fare una cosa tanto crudele?»

Titania: «Il mondo è crudele, piccola Kate. Anche senza un motivo, la gente può fare del male al suo prossimo. Prima capirai questa cosa e prima riuscirai a vivere decentemente»

Kate: «Ma non c'è niente che possiamo fare?»

Leonora: «TROVATA!»

Tutti si girarono verso la ragazza che improvvisamente aveva urlato, apparentemente senza motivo.

Titania: «Cosa hai trovato?»

Leonora: «La maledizione che affligge questo villaggio!»

Kate: «Dove hai preso quel libro che hai in mano?»

Leonora: «Ehm... l'ho 'preso in prestito' dalla sezione proibita della biblioteca reale del castello di Garlant. Sono sicura che non se ne accorgerà mai nessuno, era lì a prender polvere! Ad ogni modo... ecco qui. Mi sembrava di aver già sentito questa maledizione... ed eccola qui: Proelium Decretorius. È un'antica maledizione di tipo demoniaco, chiunque l'abbia lanciata deve essere in grado di interagire col regno dei demoni. In pratica, al calar delle tenebre, visto che i demoni odiano la luce del sole, chiunque si trovi nel raggio della maledizione perde qualsiasi sentimento umano e diventa simile ad un demone, non provando sentimenti ma solo voglia di uccidere. Tutto ciò fino alla ricomparsa del sole che inibisce momentaneamente la maledizione, facendo tornare tutto alla normalità. La maledizione non agisce sui singoli individui, bensì su di un'area»

Titania: «Beh ma allora perché non vi allontanate dal villaggio? Basterebbe questo per non essere più soggetti alla maledizione, giusto?»

Leonora: «Purtroppo non è così semplice. Chiunque sia stato influenzato almeno una volta dalla maledizione, è legato ad essa in modo indissolubile. Se prova ad allontanarsi dall'area di azione della maledizione, viene carbonizzato all'istante. Credo di capire a cosa servano quei cartelli a forma di 'X' poco distanti dal villaggio...»

Locandiere: «Esatto signorina, ha indovinato. Abbiamo delimitato i limiti su cui agisce la maledizione. Oltrepassando quel punto moriremo all'istante, senza possibilità di salvarci o tornare in vita»

Kate: «Ma... questo vuol dire che siamo condannate anche noi!?»

Leonora: «Fortunatamente no, la maledizione colpisce solamente nel momento in cui è stata lanciata. Presumo che foste tutti nel villaggio quando successe»

Locandiere: «Solamente alcuni di noi erano fuori a raccogliere della legna... ricordo ancora che quella sera provarono a farci ragionare e noi li uccidemmo brutalmente.... la mattina quando tornammo in noi fu traumatico. Uno di quegli uomini fu ucciso proprio da sua moglie e suo figlio, fu una tragedia. Ricordo ancora le lacrime di quella donna, non smetteva di piangere...»

Titania: «Ora capisco anche il comportamento degli abitanti del villaggio e perché perfino i bambini non sono allegri e spensierati»

Kate: «Esiste per caso una cura?»

Locandiere: «Purtroppo temo di no.... siamo destinati a questo girone infernale per l'eternità»

Leonora: «Ed invece no! Qui viene descritta una procedura per spezzare la maledizione: basta eliminare tutti coloro colpiti dalla stessa! In questo modo la maledizione scomparirà»

Locandiere: «Non mi sta prendendo in giro signorina?»

Leonora: «Leggi tu stesso!»

Locandiere: «Ehm... purtroppo non so leggere, mi dispiace! Ma voglio fidarmi! Ma chi può essere in grado di eliminare tutti gli abitanti del villaggio? Perfino noi non arriviamo ad eliminarci completamente a vicenda in una notte»

Titania: «Ci penseremo noi tre!»

Locandiere: «Voi tre signorine? Siete sicure di farcela contro tutte quelle persone?»

Titania: «Sicuramente non lo sai, vivendo in questo sperduto villaggio, ma noi siamo i Tre Demoni Bianchi, dei mercenari fortissimi ed assetati di sangue! Per noi sarà uno scherzo farvi fuori tutti!»

Locandiere: «Ah ecco! Non ho mai sentito quel nome, ma se dite così mi fido! Bene, cosa possiamo fare per ringraziarvi del vostro aiuto?»

Titania: «Calma buon uomo, non vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso. Prima di tutto dobbiamo radere al suolo l'intero villaggio! Dobbiamo avere un territorio di caccia privo di ostacoli, in modo che nessuno possa nascondersi!»

Locandiere: «Bene, andiamo nella piazza centrale, dobbiamo divulgare la notizia a tutti!»

Una volta nella piazza centrale, le tre sorelle parlarono a tutti gli abitanti del villaggio lì riuniti. Inizialmente erano abbastanza titubanti, ma poi grazie all'aiuto del locandiere, si fidarono ed acconsentirono a stare al piano. Cominciò quindi la demolizione del villaggio. Titania a mani nude riusciva a demolire una casa, Leonora grazie alla sua magia riusciva ad incendiare più abitazioni contemporaneamente, mentre Kate aiutava gli altri uomini demolendo con martelli, asce e quant'altro. Riuscirono a radere al suolo l'intero villaggio in tempo per la sera.

Locandiere: «Non sappiamo come ringraziarvi... davvero, grazie per l'aiuto che ci state offrendo»

Il sole stava calando. Nella piazza si erano formati due gruppi: l'enorme gruppo dei villici a sinistra e le nostre tre eroine sulla destra.

Locandiere: «Oramai il sole sta calando... è quasi ora. Speriamo di non farvi troppo male!»

Titania: «Casomai è il contrario, non venite a lamentarvi la mattina di come vi abbia fracassato la testa!»

Ci fu una risata generale.

Locandiere: «Bene, è giunta l'ora. Ci vediamo in mattinata... in bocca al lupo e... grazie!»

Il sole era calato. Gli occhi dei villici si erano spenti ed il loro atteggiamento divenne aggressivo.

Titania: «Ci siamo... mi raccomando, non trattenetevi. Nessuna pietà!»

«Ricevuto!», dissero le altre due in coro.

La battaglia si scatenò. Titania era irrefrenabile: uccideva a destra e a manca, divertendosi. Leonora carbonizzava tutti coloro che le venivano contro, mentre Kate si occupava della gente sui tetti. Tutto stava filando liscio: un massacro a regola d'arte.

Kate: «E questo è l'ultimo!», la ragazza scoccò una freccia che si impiantò proprio nella fronte del locandiere.

Leonora: «Finalmente è tutto finito! Abbiamo sconfitto la maledizione»

Nell'udire quelle parole, Titania si accorse troppo tardi dell'enorme sbaglio che avevano fatto. Il sole spuntò ed illuminò le macerie ed i corpi senza vita dei villici. Ma non succedeva nulla.

Kate: «Un momento... come mai non tornano in vita?»

Leonora: «Già, è strano.... eppure abbiamo seguito le istruzioni alla lettera! Che sta succedendo?»

Kate: «Forse abbiamo commesso qualche errore?»

«Nessun errore» disse Titania seriamente, «Abbiamo semplicemente sconfitto la maledizione. E visto che non c'è più la maledizione, non possono più tornare in vita»

Kate: «Che... che cosa abbiamo fatto....»

Leonora: «... dannazione! Perché non mi è venuto subito in mente? Dannazione, dannazione, dannazione!», la ragazza era in ginocchio, tirando pugni al terreno.

Titania: «Forza ragazze... non è il momento di farsi prendere dai sentimentalismi. Qui non abbiamo più niente da fare. Prendiamo le nostre cose ed andiamocene. Proseguiamo verso Tamuril»

Kate: «Ma Titania...»

Titania: «Niente 'ma'. Coraggio, muoviamoci»

Titania cominciò ad avviarsi, lasciando indietro le sorelle.

Kate: «Forza Leonora, alzati.... Titania ci sta lasciando indietro»

Leonora: «... a volte la invidio davvero tanto. Vorrei avere io il suo carattere freddo e distaccato. Come fa a rimanere così impassibile di fronte a quanto abbiamo fatto?»

Kate: «È la nostra maledizione. D'altronde abbiamo deciso tutte insieme di diventare dei mercenari ed ora non possiamo lamentarci»

Leonora: «Hai ragione... dai raggiungiamola»

Le tre sorelle ripresero il cammino verso la loro meta: Tamuril. Quando furono abbastanza lontane, il villaggio ed i suoi abitanti cominciarono a sparire pian piano. Nel giro di pochi minuti, quelle terre tornarono vuote, come se non ci fosse mai stato nessun villaggio. Era come se Adumio non fosse mai esistito.

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