martedì 25 giugno 2013

La dolce melodia del Tritone

C'era una volta un tritone. Essendo metà uomo e metà pesce, non poteva vivere sulla terraferma, scorrazzando quindi tra gli abissi oceanici. Non era mai salito in superficie perché la cosa non gli interessava: in fondo al mare aveva tutto ciò che desiderava. Un giorno però, mentre nuotava tranquillamente, sentì una strana melodia provenire dalla superficie. Incuriosito, si avvicino, sempre restando all'erta. Pian piano, mise fuori la testa dall'acqua e lì la vide: una ragazza su di uno scoglio, intenta a suonare un'arpa. Il tritone era ammaliato da quella dolce melodia scaturita da quello strumento. Quel suono lo aveva stregato che si avvicinò senza pensarci un attimo. La ragazza lo notò e smise di suonare.

Ragazza: «Ciao!»

Il tritone tornò in se e si immerse immediatamente.

Ragazza: «Aspetta, non volevo spaventarti... torna qui!»

Nessuna risposta. La ragazza delusa, prese l'arpa e se ne andò.

Il giorno seguente, tornò lì e ricominciò a suonare quella melodia. Il tritone apparve poco dopo.

Ragazza: «Allora ti piace proprio questa melodia eh?»

Tritone: «È bellissima.... non riesco a fare a meno di sentirla»

Ragazza: «Mi fa piacere che ti piaccia... come ti chiami?»

Tritone: «Partonius.... e tu mia dea?»

La ragazza arrossì, dicendo: «Io sono Elisabetta, piacere di conoscerti». Sì interruppe momentaneamente dal suonare, cosa che fece tornare in se il tritone e lo fece fuggire.

"Mmmm che tipo strano. Sembra che sia interessato solo alla mia musica.... però non è niente male!", pensò tra sé e sé Elisabetta.

I giorni trascorsero e lei andò sempre su quello scoglio a suonare, anche per un'ora filata pur di poter parlare con quel ragazzo. Pian piano si stava perdutamente innamorando di Partonius. Era come se lui emanasse dal suo corpo una melodia che soltanto lei poteva sentire e da cui si sentiva attratta. Oramai era diventata un'ossessione. Ogni giorno andava su quello scoglio e cominciava a suonare, aumentando la durata sempre di più, solamente per poter stare più tempo possibile con lui.

Un nefasto giorno, decise che avrebbe suonato anche fino alla morte se fosse stato necessario. Cominciò a suonare ed ecco apparire Partonius.

Elisabetta: «Partonius! Io devo dirti una cosa, non ce la faccio più a resistere»

Partonius: «Dimmi pure mia dea...»

Elisabetta: «Io ti amo, non posso fare a meno di te, voglio stare sempre con te, per sempre! Perché non scappiamo insieme, noi due soli? Potrai ascoltare questa melodia quante volte vorrai»

Partonius: «Come desideri mia dea»

Il tritone con uno scatto di pinna, balzò fuori dall'acqua, afferrò la ragazza e la portò negli abissi marini insieme a lui. La ragazza non si era mai accorta che Partonius fosse un tritone, visto che si presentava a lei solo dal busto in su, lasciando la coda sommersa nell'acqua. Ma questo oramai non le importava e continuò a suonare. Il tritone la stava portando sempre più in profondità e l'ossigeno nei suoi polmoni stava finendo... sempre più giù, inesorabile....

La leggenda vuole che chiunque navighi in quelle acque durante la notte, può sentire distintamente quella melodia. La stessa melodia che, come successo per Partonius, ammalia chiunque la senta, portando le navi fuori dalla propria rotta. I marinai chiamarono quel fenomeno 'Il canto delle sirene'.

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