lunedì 15 luglio 2013

I Tre Demoni Bianchi - capitolo 16

CAPITOLO 16: LA SCELTA

Il gruppo, dopo aver superato le tre prove proposte dal signore del castello, arrivò in una grandissima stanza... piena di scheletri!

Gannor: «Ugh, che spettacolo raccapricciante....»

Mocher: «Ci sono anche molte armi e scudi, dovevano essere guerrieri che hanno combattuto contro il 'Corazzato'»

«Esatto! Dovevo pur nutrire il mio cucciolo».

Titania: «Di nuovo lui.... FATTI VEDERE, AVANTI!»

«Oh oh oh, caro 'Demone Possente', non ti scaldare troppo. Prima tu e le tue sorelle dovrete avvicinarvi all'altare che vedete davanti a voi»

Leonora: «Ma.... c'è una bara sopra quell'altare!»

«Precisamente. Indovinate un po' a chi appartiene. È una persona che conoscete molto bene, che vi ha cresciuto ed accudito, prendendosi cura di voi, ma che poi un doloroso incendio ve l'ha portata via...»

Titania: «TU DANNATO BASTARDO!»

Le tre sorelle corsero verso l'altare ed aprirono la bara. L'interno era vuoto.

Kate: «Hey ma.... cosa significa?»

«SCHERZETTO! Buon atterraggio»

Il pavimento sotto le tre sorelle si aprì, facendole cadere lungo un buio tunnel per poi richiudersi all'istante.

Redent: «Era una trappola!»

Mocher: «CHE NE HAI FATTO DI LORO? RISPONDI LURIDO VERME!»

«Calma calma, stanno bene... per ora. Ma non voglio che nel frattempo voi vi annoiate, per cui...»

Le porte della stanza si chiusero sigillandosi e gli scheletri al suo interno presero vita, impugnando le armi e gli scudi che erano a terra.

«I miei scheletri hanno voglia di giocare.... divertitevi, uahuahuah!»

Redent: «La situazione si fa sempre più complicata....»

Gannor: «Spero che le tre sorelle stiano bene»

Genji: «Preoccupati per noi piuttosto che per loro»

Dynn: «Credo sia il momento di fare casino» disse accendendosi l'ennesimo sigaro.

Mocher tirò fuori il suo coltello da caccia e, leccandolo, disse: «Rispediamo questi non-morti a nanna!»

Intanto le tre sorelle furono divise, prendendo ognuna un diverso percorso. Tutte e tre si ritrovarono in una differente stanza buia.

Titania: «D...dove mi trovo? Che posto è questo? Kate... Leonora... Dove siete!?»

Da buio apparvero le due sorelle.

Titania: «Ah siete qui, pensavo di avervi perso e...»

Leonora: «Pensavi di averci perso... o volevi sbarazzarti di noi?»

Titania: «... Leonora, non è il momento di scherzare»

Kate: «Leonora ha ragione, ma chi ti credi di essere?»

Titania: «Kate, mi sto alterando»

Leonora: «Ecco come fai: essendo che sei la più forte credi di poter comandare gli altri e fare quello che vuoi. Staresti bene anche da sola eliminando tutti quelli più deboli di te, ecco perché hai cercato di liberarti di noi!»

Titania sbatté il piede sul pavimento, facendo tremare la stanza. Era furiosa.

Kate: «Ed ecco che comincia a fare la bambina: appena una cosa non le va giù sbatte i piedi a terra, comincia a tirare pugni o a menare fendenti.... perfino io che ho 16 anni sono più matura di te»

Titania: «KATE MA CHE STAI DICENDO?»

Leonora: «Sono assolutamente d'accordo con Kate»

Titania: «LEONORA ANCHE TU..... No, voi non siete le mie sorelle». La ragazza impugnò la spada e colpì le due ragazze, trapassandole come fossero fantasmi.

Leonora: «Ecco che ora ci affetta per benino. Sì Titania, affetta i tuoi problemi, tappati pure le orecchie, fuggi dalla realtà»

Kate: «Non è reagendo così che cambierai la situazione: la verità è che tu rimani una schifosa egoista che pensa solo a se stessa e che non ha la minima considerazione degli altri. A meno che non siano forti come te... però nessuno riesce ad eguagliare la tua forza!»

Titania si sentiva spaesata, non sapeva cosa stava succedendo. Dall'ombra comparvero anche Venera ed Atticus.

Titania: «M-mamma? Atticus?»

Venera: «Maledetta figlia, a causa tua ho dovuto rinunciare alla mia forza, alla mia vita! Ed il tuo essere egocentrica e sfacciata, sbattendomi sempre sotto il naso la tua forza, come per dire 'guarda mamma, io sono forte non come tu che sei deboluccia'. Questa cosa mi dava altamente sui nervi! Quanto ti ho odiato figlia mia»

Atticus: «Già, tua madre ha assolutamente ragione. Io non ce la facevo più a sopportarti, a sopportare tutta quell'arroganza. Per questo me ne sono andato!»

Titania: «Ma che sta succedendo... che sta succedendo...». La ragazza cadde in ginocchio e, con le mani tra i capelli, scosse ripetutamente la testa. Gli altri si misero intorno a lei in cerchio.

Leonora: «Sei egoista»

Kate: «Ed egocentrica»

Venera: «Io ti detesto»

Atticus: «Non sei mia figlia»

Titania: «BASTA, BASTA, PER FAVORE SMETTETELA!...»

«Come vedi Titania, nessuno ti vuole bene.... tutte quelle facciate che vedi ogni giorno, sono solamente maschere, è questo che pensa la gente di te in realtà»

Titania: «È solo un brutto sogno.... è solo un brutto sogno....»

«No Titania... è la realtà. Una realtà da cui potresti fuggire volendo. Avanti, chiudi gli occhi....»

Titania si lasciò andare e chiuse gli occhi...


In un'altra stanza, Leonora era alla ricerca delle sue due sorelle: «Ragazze? Dove siete? È tutto buio qui e non vedo niente.... ah ma sono una maga, mi basterà pronunciare una formula magica per fare luce: Lumus!». Una piccola luce scaturita dalla sua mano destra illuminò debolmente quella che sembrava una stanza infinita. «Non riesco a vederne la fine.... forse camminando troverò un'uscita»

«Leonora, Leonora, Leonora.... bella e sexy Leonora. Come mai sei ancora single?»

Leonora: «Sei sempre tu non è vero? Che cosa vuoi da noi?»

«Perfino tua sorella Kate ha trovato un ragazzo e Titania ha diversi pretendenti che però ha sempre rifiutato. Invece tu? Tu rimani sempre a bocca asciutta benché tu sia il 'Demone Avvenente', la più bella del gruppo. Questo ti crea invidia»

Leonora: «Ma per favore, fammi il piacere»

«Pur di avere qualcuno, saresti disposta a prenderti quello sgorbio di Dynn. Pensi 'Questo qui è brutto, quindi si metterebbe immediatamente con me così anche io avrò un ragazzo!', non è vero? La gelosia e l'invidia ti stanno divorando l'anima»

Leonora: «C-che stai d-dicendo! E comunque Dynn è un bell'uomo»

Kate e Titania comparvero con al loro fianco due uomini.

Kate: «Leonora, dobbiamo separarci. Noi abbiamo trovato un partner e finalmente potremmo vivere una vita in assoluta tranquillità. Tu continua pure a fare il Demone Bianco in solitaria. Mi dispiace sorella, ma sembra che nessuno ti voglia»

Leonora: «Kate, ma che stai dicendo???»

Titania: «Kate ha ragione. Mi dispiace che tu non riesca a trovare nessuno, ma noi ora abbiamo delle persone importanti da proteggere e non possiamo continuare con la vita da mercenari, è troppo pericolosa. Beh, addio sorellina, stammi bene»

Leonora: «Titania, anche tu!? E che ne è della promessa? Che ne è del fidarsi solo di noi e di nessun altro?»

Titania: «Quella è acqua passata. Il presente è con qualcuno di importante, cosa che tu non hai ancora fatto»

Kate: «Mi dispiace Leonora... addio»

Pian piano le due ragazza ed i relativi partner scomparvero. Leonora rimase sola.

«Hai visto? Sei stata abbandonata, per degli uomini. Tu non piaci a nessuno e sei destinata a rimanere sola»

Leonora: «Perché.... perché sta accadendo tutto questo? È un incubo... voglio svegliarmi....»

«Ma questa è la realtà mia cara. Una realtà da cui potresti tranquillamente fuggire. Chiudi gli occhi e fatti cullare da quei sogni in cui tutti ti amano e ti vogliono bene....»

Leonora chiuse lentamente gli occhi...


Nell'ultima stanza, Kate camminava senza sapere dove andare, smarrita nel buio: «Ragazze? Dove siete finite? Sapete che non amo particolarmente andarmene in giro da sola nel buio....»

«Tsk, tipico delle bambine capricciose e paurose come te». Titania comparve alla sua destra.

Kate: «Titania! Per fortuna stai bene»

«E guardala, fa anche finta di preoccuparsi quando invece è lei che vorrebbe tutte le attenzioni su di se. Stupida mocciosa viziata». Leonora comparve alla sua sinistra.

Kate: «Leonora! Ma che dici?»

Titania: «Ora non hai più paura del buio? Ora sei appagata? O vorresti ancora qualcosa?»

Leonora: «Vorresti il tuo ragazzo al tuo fianco? Che altro poi? Essere più alta? Avere tanti gioielli? Vivere in un castello?»

Kate: «Ragazze.... non vi sto seguendo...»

Titania: «Certo, fai pure la finta tonta. La verità è che sei una stupida ragazzina immatura»

Leonora: «Già. Tutti devono preoccuparsi per te, tutti devono stare ai tuoi comodi. Perché non cresci e provi a cavartela da sola?»

Kate: «....»

Titania: «Ed ora che farai? Scoppierai a piangere come una patetica poppante sperando di far impietosire gli altri? Ridicola....»

Leonora: «Ti prego, risparmiaci la lagna»

Kate versò qualche lacrima.

Titania: «Ecco, hai fatto piangere la bimba, sei contenta ora?»

Leonora: «Oh no, ha aperto i rubinetti, si salvi chi può!»

«Le tue sorelle non sembrano volerti così bene come sembra.... ti trattano ancora come una bambina viziata. È dura la realtà non è vero?»

Kate non disse nulla, continuando a fissare il vuoto.

«Ma puoi fuggire dalla realtà! Chiudi gli occhi e ti prometto che tutto si sistemerà....»

Kate iniziò a chiudere gli occhi.... per poi sbarrarli completamente, facendo volare le lacrime lontano dal suo viso: «Io non fuggirò. So bene di essere ancora una bambina, di essere immatura e viziata, di avere a volte delle pretese che vanno contro il volere degli altri, ti essere un peso per le mie sorelle spesso e volentieri.... ma non voglio arrendermi! Io voglio migliorare, voglio migliorare per me stessa ma, soprattutto, per loro! Per chi è al mio fianco e crede in me. Per chi dovrò aiutare. Per chi mi ama. Per loro, io non fuggirò!»

La stanza si illuminò improvvisamente. Leonora e Titania sorrisero prima di dissolversi. Una porta si materializzò dal nulla davanti a Kate. La ragazza l'aprì e l'attraversò, finendo in una stanza perfettamente quadrata, non eccessivamente grande, con un bellissimo soffitto dipinto rappresentante un cielo stellato con una luna piena proprio al centro. Sempre al centro della stanza, vi era un lungo altare sacrificale. Sospese sopra all'altare vi erano due piccole gabbie: al loro interno c'erano rispettivamente Titania e Leonora, rivolte verso la sorella e rese incapaci di muoversi.

Kate: «RAGAZZE!»

Le due ragazze alzarono lo sguardo ed urlarono all'unisono: «KATE!»

La porta dietro alla ragazza scomparve. Ora la stanza non aveva più vie di ingresso o di uscita.

«Finalmente sei arrivata, sapevo che ce l'avresti fatta! Non sembra ma sei la più forte d'animo dei Tre Demoni Bianchi». In fondo alla stanza, dalla parte opposta delle gabbie, vi era un uomo con addosso una maschera: era una maschera ovale grigiastra che copriva tutto il viso. Su di essa vi era raffigurata una 'X' nera che ne copriva tutta la superficie. Al centro della 'X' vi era un piccolo cerchio. Benché risultasse disturbata dalla maschera, quella voce sembrava familiare....

Kate: «Tu devi essere il signore del castello, colui che si è divertito a giocare con noi come fossimo dei burattini. Libera immediatamente le mie sorelle e vedrò di non farti troppo male»

«Quando astio! Non vi siete divertiti a giocare con i miei cuccioli? Quello che dovrebbe avercela con voi dovrei essere io visto che me li avete ammazzati!»

Kate: «Non ci hai lasciato altra scelta!»

«La scelta l'avevate: era non venire a disturbarmi direttamente nella mia dimora»

Kate: «Così avresti continuato ad attentare alle nostre vite!»

«Beh.... sì. Ahahahah»

Kate: «Smettila di ridere e libera le mie sorelle. Ti avverto, sto perdendo la pazienza»

«Beh, io non posso liberarle.... ma tu puoi!»

Kate impugnò l'arco, caricando una freccia e puntandolo contro il misterioso individuo: «Sto ascoltando, ma ti avverto... se solo ti azzardi a fare qualche movimento sospetto io ti...»

«Nessun movimento sospetto, hai la mia parola. D'altronde detesto chi bara nei giochi... specialmente nel gioco finale! Come vedi, le tue sorelle sono prigioniere in due gabbie separate, bloccate da un incantesimo. Per quanto si sforzino non riusciranno mai e poi mai a liberarsi. E vedi l'altare sotto di loro? Quello è un altare sacrificale: una volta che sarà macchiato con sufficiente sangue, allora l'incantesimo sarà annullato e sia le gabbie sia il blocco magico che le tiene immobilizzate, scomparirà! Sicuramente avrai già capito dove prendere il sangue necessario al sacrificio per annullare l'incantesimo....»

Kate rimase in silenzio. Il suo arco cominciò ad oscillare velocemente. La ragazza stava tremando.

«Chi tace acconsente? Beh, non importa... te lo spiegherò lo stesso a scanso di equivoci: sull'altare ho posizionato un pugnale. Utilizza quel pugnale per... uccidere una delle tue sorelle! Con il sangue di una di loro riuscirai a soddisfare il sacrificio e ad annullare l'incantesimo! Quale sorella sacrificare? Beh, questa è una scelta che spetta solamente a te...»

Kate: «.... tu... maledetto miserabile..... USERO' IL TUO SANGUE PER LIBERARE LE MIE SORELLE!». La ragazza cominciò a scagliare tutte le frecce che aveva contro il misterioso individuo. Poco prima di colpirlo però, le frecce si infransero contro una barriera, venendo deviate in altre direzioni.

«Temo sia impossibile avere il mio sangue, sono protetto da una barriera magica potentissima... praticamente impenetrabile! Nemmeno Titania riuscirebbe a distruggerla»

Titania: «Perché non mi liberi così ne riparliamo, sotto specie di verme putrido?»

«Come fai a dire che sono un verme putrido se non puoi nemmeno vedermi? Ahahahah»

"Cosa posso fare.... CHE COSA POSSO FARE???", Kate era nella disperazione più totale.

«Ah, dimenticavo. Puoi anche decidere di non sacrificare nessuno, però devi sapere una cosa: questo castello è stato costruito sopra di un vulcano. E tra un'ora esatta, il vulcano erutterà, distruggendo il castello e tutto quello che vi è dentro! Quindi.... o sacrifichi una sorella, salvando l'altra e te stessa, o morirete tutte e tre da brave sorelle, unite anche nella morte! A te la scelta. E no, non pensare che io farò la stessa fine: con i miei poteri posso tranquillamente lasciare il castello in qualunque momento. Ma voglio rimanere finché non prenderai una decisione, son proprio curioso di sapere cosa accadrà, ahahah!»

Kate lasciò cadere il suo arco a terra e si avvicinò all'altare. Solo allora notò il coltello e provò un dolore fortissimo al cuore, come una morsa che, stringendosi sempre di più, le provava un dolore sempre crescente: «Q....quel....coltello..... Non.... non è.... possibile....». Il coltello aveva un manico intagliato, raffigurante due draghi che si guardavano negli occhi.

«Te l'ho detto che la luna ci avrebbe fatti incontrare sempre.... PICCOLA KATE!». L'uomo si tolse la maschera. Un terribile e spaventoso ghigno comparve sulla faccia di Marcus....

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