lunedì 10 marzo 2014

La forza non è tutto

Questa è una fanfiction sul bellissimo manga Eyeshield 21 che ho finito di leggere da poco e... dovevo assolutamente scriverne una fanfic! Spero vi piaccia, buona lettura ^^

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Rikiya Gaou, il lineman più forte del Giappone. Un ragazzo forte, possente, che non ha paura di niente e di nessuno, che ha fatto della forza la sua unica ragione di vita. Si è sempre servito della sua forza per cavarsela in ogni situazione, sia nella vita di tutti i giorni, che nelle partite del suo sport preferito: il football americano. Almeno fino a quel giorno.....

Era una calda giornata estiva di agosto, il cielo limpido con una soffice brezza che rinfrescava il caldo e affollato ambiente di Tokyo. Gaou si trovava a passeggiare per Shibuya, in cerca di qualche sfidante alla sua altezza. Ma nessuno poteva competere con lui. Essendo un quartiere prettamente commerciale, è sempre molto affollato. Ma nemmeno una folla di centinaia di persone sembrava intimorire il possente Gaou che, semplicemente, ci passava attraverso, aprendosi dei varchi. Una persona normale ne sarebbe già stata travolta.

«Uff, che noia... credevo che almeno a Shibuya ci fosse stato qualcuno di interessante da sfidare, ed invece è pieno di mammolette. Come al solito», Gaou non riusciva a trattenere il suo disappunto. Improvvisamente, in un vicolo stretto e poco frequentato, riuscì ad udire un urlo di terrore: «NO, VI PREGO, LASCIATEMI IN PACE!». Incuriosito, si avvicinò e poté notare che un gruppo di 5 uomini avevano accerchiato una giovane ragazza.

«Hey hey HEY! Perché alzi la voce? Noi vogliamo solo parlare» disse uno degli uomini.

«Già, sei scortese ad alzare la voce, non è affatto carino....» aggiunse un altro.

«Forse è il caso che ti insegnassimo un po' di buone maniere... ragazzi, ADDOSSO!»

Il gruppo di malviventi si avventò contro la povera ragazza, quando Gaou decise di intervenire e, con due forti bracciate, buttò a terra tutti e 5 gli uomini.

«Hey, cos'è stato?»

«Devo aver ricevuto un pugno da qualcuno... ma da chi?»

«Hey! Chi è questo gigante?»

Il corpo di Gaou si stagliava possente sopra lo sguardo di quegli uomini attoniti.

«Non scherzare con noi gigantone!» uno degli uomini si rialzò in piedi e tirò fuori un coltello a serramanico. Gli altri fecero lo stesso.

«Tsk, siete noiosi anche con i vostri coltellini da quattro soldi» sentenziò Gaou.

«Vediamo se hai ancora voglia di fare lo spiritoso dopo quello che stiamo per farti... RAGAZZI, ADDOSSO!»

I 5 si avventarono contro Gaou che, con un paio di pugni, li mise KO in pochi secondi. Uno di loro era ancora semi cosciente. Gaou, con una mano, lo prese per la testa e lo sollevò, dicendo: «Non fatevi mai più vedere da queste parti», scaraventandolo subito dopo contro dei cestini per i rifiuti.

«Va tutto bene?» chiede Gaou alla ragazza che era immobile davanti a lui, in lacrime.

«S..sì... cr...credo di sì...»

«Beh, perché piangi?»

«P..perché... mi sono spaventata molto... se non ci fossi stato tu, quegli uomini avrebbero...»

«E piangi per così poco? Come sei debole, tsk»

«Beh... s.... scusami se non sono forte co... come te....», la ragazza si stava un po' rasserenando. «Ah, ma tu stai sanguinando!». Dal braccio destro di Gaou stava uscendo del sangue.

«E questa? Quando me la sono fatta?»

«Aspetta, ci penso io....»

«Tsk, non ti avvicinare donna! Non permetto ad un essere così debole di toccarmi!»

«Non fare lo sciocco... e poi devo sdebitarmi in qualche modo!». La ragazza estrasse un foulard dalla borsa e lo legò intorno al braccio nel punto della ferita, per fermare l'afflusso di sangue. «Hai un braccio così grande che un normale fazzoletto non sarebbe bastato, eheh!». La ragazza stava finalmente ridendo. Gaou era rimasto come impietrito: era la prima volta che qualcuno si preoccupasse per lui. E quel sorriso... non ci stava capendo più nulla. Si girò di scatto verso un muro e lo colpì con un violento pugno, demolendolo completamente.

«P... perché hai fatto una cosa simile???» chiese la ragazza timorosa.

«Dovevo allentare la tensione» rispose Gaou sicuro di se.

«Tensione? Perché sei teso?» domandò la ragazza. Per tutta risposta, Gaou distrusse un altro muro con una testata.

«Ok ok, perdonami, non te lo chiderò più! Almeno... posso sapere il tuo nome?»

«G-Gaou» rispose Gaou timoroso.

«Gaou uh? È davvero un bel nome! Io invece sono Rin, piacere di conoscerti!»

"Rin... è davvero... un bel nome" pensò tra sé e sé Gaou.

Da quel giorno i due continuarono a frequentarsi. Gaou sbalordiva Rin con la sua forza, mentre quest'ultima raccontava a lui dei suoi studi e le sue passioni. Era la prima volta che Gaou si interessasse a qualcosa che non fosse il football americano. Ed anche la prima volta che si interessasse a qualcuno che non fosse un suo avversario o un suo compagno di squadra. Quella ragazza... con i suoi lunghi capelli color argento e quegli occhi rossi, lo aveva come stregato. Si era instaurata una profonda amicizia, anche se Gaou stava provando qualcosa di più.... finalmente si sentiva felice dopo tanto tempo. Non era più alla ricerca di uno sfidante alla sua altezza, aveva trovato ciò che cercava e che poteva renderlo felice: una persona speciale da proteggere.

Siamo a metà agosto. Giornata calda e afosa, senza un filo di vento che spirasse. I due ragazzi decisero di uscire per prendersi un gelato. Fu lì, in quel parco, che incontrarono casualmente Kongo Agon, intento a fare una passeggiata. Appena vide Gaou, si avvicinò accennando un saluto.

«Salve bestione, che ci fai qui? E chi sarebbe questa graziosa fanciulla?». La ragazza era visibilmente imbarazzata. «Ciao, io sono Kongo Agon. Io e Gaou siamo stati compagni di squadra durante il torneo giovanile internazionale», Agon sfoggiava il suo falsissimo sorriso con secondi fini. Ma Gaou lo sapeva e si interpose tra lui e Rin. Con uno sguardo diabolico, fissò dritto negli occhi Agon e gli disse con voce ferma e tonante: «Sparisci». Al suono di quell'unica parola, Agon per la prima volta ebbe un brivido lungo la schiena. Un brivido di terrore. Gli occhi di Gaou erano quelli di una bestia assetata di sangue, capace di tutto pur di proteggere ciò che gli è caro.

«Tsk» disse Agon andandosene con la testa china.

«Come mai lo hai cacciato? Non era un tuo amico?» chiese Rin confusa.

«Siamo stati compagni di squadra, ma non siamo mai stati amici. Quello è un essere spregevole, non dargli mai confidenza Rin-chan»

«Ah, va bene Gaou-kun. Forza, andiamo a prenderci questo gelato!». Prima di andare però, Rin abbracciò Gaou cogliendolo di sorpresa. Ed è lì che lo sentì: un forte calore mai provato prima, che gli scaldò il cuore. Una sensazione sconosciuta, che non sapeva come definire se non come 'piacevole'. Avrebbe voluto provarla molte altre volte.

I giorni passarono e i due continuarono a frequentarsi, diventando sempre più intimi. Fino a quel nefasto giorno...

Rin chiese a Gaou di vedersi in riva al fiume dove una volta sono andati a fare un pic nic. Il suo tono di voce non era allegro e squillante come al solito, ma aveva un qualcosa di triste e malinconico. Arrivato al luogo dell'appuntamento in perfetto orario, Gaou vide che Rin era già lì ad aspettarlo. Aveva uno sguardo triste.

«Eccomi Rin-chan! Come mai quello sguardo? È successo qualcosa?»

«Gaou-kun... ecco... io devo partire per l'America...»

Il cuore di Gaou sussultò.

La ragazza continuò il suo discorso, tra un singhiozzo e l'altro: «ho fatto domanda per una borsa di studi in un college americano. Lì potrò studiare e diventare un importante medico. Avevo perso le speranze, ma non mi importava, visto che ho conosciuto una persona come te Gaou-kun. Però ieri è arrivata la risposta e sono stata presa.... dovrò partire domani mattina. È il mio sogno, spero che tu possa capire»

Gaou era come impietrito: se ne stava fermo, immobile, davanti a lei, con lo sguardo rivolto verso il vuoto.

«Spero comunque che ci teniamo in contatto... non voglio perdere una persona così speciale come te», Rin versò qualche lacrima nel pronunciare quelle parole. Gaou non rispose. Rin si avvicinò e lo abbracciò. Gaou rimase immobile, non provando nulla. Quel calore che tanto amava, ora era solo una fredda tempesta che non faceva altro che ferirlo. Dopo quell'abbraccio, Rin si voltò e, a passo veloce, si allontanò da Gaou. Senza fermarsi. Senza mai voltarsi.

Si alzò il vento. Il foulard sul braccio di Gaou iniziò a svolazzare. Benché la ferita fosse guarita da tempo, lui non volle togliersi quel pezzo di stoffa dal suo braccio. Gaou era ancora immobile, fissando il vuoto. Quando finalmente reagì, si girò verso il fiume e... cadde sulle ginocchia, sbattendo con forza le possenti braccia sul terreno, creando qualche crepa. Stava tremando. Sentiva un dolore dentro di sé. Un dolore mai provato prima. Non era come quando veniva placcato nel football, era un dolore del tutto diverso. Un dolore che faceva molto, molto più male.

Senza, Monta e Suzuna stavano passeggiando allegramente lungo il fiume, quando videro Gaou a terra. I tre corsero verso di lui per salutarlo: «Hey Gaou-kun!»

«NON OSATE AVVICINARVI! ANDATE VIA!»

L'urlo di Gaou li fermò immediatamente. Suzuna iniziò a singhiozzare, Monta cadde a terra per lo spavento e le gambe di Sena iniziarono a tremare. I tre si allontanarono pian piano, ancora tremolanti per lo spavento ricevuto, riprendendo i propri passi.

Gaou era ancora accasciato a terra, fissando il suolo. "Perché....", era solo questa la domanda che gli ronzava in testa. "Perché se n'è andata? Perché non sono stato in grado di farla rimanere con me? Perché non riesco a smettere di essere così triste?". Il suolo cominciò a bagnarsi. Non stava piovendo, il cielo era sempre limpido, senza nemmeno una nuvola. Erano lacrime. Lacrime che dal volto di Gaou si infrangevano sul terreno. Era la prima volta in assoluto che Gaou piangesse.

"Perché mi hai mentito Marco-kun? Mi hai sempre detto che grazie alla forza è possibile ottenere tutto.... malgrado la mia forza, malgrado il mio impegno... non sono riuscito ad ottenere ciò che più desideravo. Perché la forza... non è tutto?". Gaou si sentiva perso e continuò a piangere stando a terra.

Il vento si alzò improvvisamente e fece volare il foulard intorno al braccio di Gaou.
Un dolce ricordo che, volando via, ha lasciato solamente tanta tristezza.

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