domenica 13 aprile 2014

La scelta della Morte

"Se potessi scegliere, cosa sceglieresti?"

Una dolce e misteriosa voce disturbava il quieto sonno di Roy.

«Mmmmm» mormorava irrequieto mentre tentava invano di dormire e sognare. Magari la vincita di una grossa cifra alla lotteria nazionale e la mano della ragazza dei suoi sogni.

"Rispondimi..."

«Perché non vuoi lasciarmi dormire....» mormorò lui tenendo gli occhi chiusi.

"Perché ti ho fatto una domanda. Allora, cosa sceglieresti?"

«Ma scegliere cosa?», il ragazzo pensava fosse suo fratello che aveva voglia di scherzare a tarda notte.

"Cosa fare della tua anima dopo la morte. Allora, cosa sceglieresti?"

Il ragazzo spalancò gli occhi per la sorpresa. Chiaramente non poteva essere suo fratello, non si sarebbe mai spinto a tanto.

«Chi sei?» chiese debolmente, alzandosi di scatto sul letto.

"Che importanza vuoi che abbia? Rispondi alla domanda!", la strana voce cominciò a spazientirsi, abbandonando quel suono dolce e pacato che la caratterizzava.

Anche se la voce proveniva dalla sua testa, Roy cominciò a scrutare tra il buio della sua stanza, cercando un qualche indizio sulla presenza dello strano individuo.

"È solo un brutto sogno, è solo un brutto sogno" continuava a ripetere nella sua mente, come un mantra. Il respiro si era fatto più affannoso e cominciò a tremare. Una goccia di sudore scivolò lungo la sua tempia.

"Non vuoi proprio rispondermi eh... forse ho fatto una domanda troppo difficile?"

Il ragazzo era ancora immobile, paralizzato in una morsa di terrore.

"O forse non sai rispondere perché non sei consapevole delle scelte a tua disposizione. Va bene allora, te le mostrerò"

«MOSTRARMI COSA?! CHI DIAVOLO SEI TU? FATTI VEDERE, MALEDETTO!»

"Ogni cosa a suo tempo. Ora chiudi gli occhi e rilassati..."

Roy sentì una stanchezza improvvisa, come se qualcuno gli avesse premuto sul viso un fazzoletto pieno di cloroformio. Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le dolci braccia di Morfeo. Passarono solamente pochi minuti perché si risvegliasse, inondato da una fortissima e calorosa luce. Era in un parco. Un maestoso parco, pieno di verde: c'erano alberi, c'erano animali di tutti i tipi che vagavano in completa libertà, c'erano fiori disseminati ovunque. Il cielo azzurro, con sfumature dorate e qualche nuvola a contornare il tutto. E quel sole così caldo, così forte, così bello, per nulla fastidioso, che illuminava e portava gioia tutto intorno.
"Sono forse morto e questo è il Paradiso?" pensò Roy. Dopo lo stupore iniziale, il ragazzo cominciò a guardarsi intorno e notò un sentiero in mezzo a degli alberi. Essendo l'unica strada percorribile, decise di vedere dove portasse. In pochi passi, uscì da quella radura, ritrovandosi in una vasta area aperta e circolare, recintata da alberi e rampicanti di Edera. Al centro c'era una grande ed imponente fontana d'oro massiccio. Aveva 4 statue di sirene disposte a croce, che tenevano sollevata un'anfora ognuna, da cui fuoriusciva l'acqua. Un'acqua pura, cristallina, che rifletteva la meraviglia che aveva intorno. Davanti alla fontana, si trovava una panchina in marmo bianchissima, quasi fosse avorio. Era tutta contornata da dei ghirigori che le davano un'aria misteriosa e aristocratica. Ma la cosa più interessante, era ciò che vi era sopra: una ragazza era seduta al centro della panchina, intenta a leggere un libro voluminoso. Era bellissima. I suoi lunghi capelli neri venivano cullati dalla lieve brezza proveniente da sud, i suoi occhi scuri e grandi, concentrati nella lettura, avrebbero rapito chiunque. La sua bocca e le sue labbra erano perfette, ti veniva voglia di baciarle ancora e ancora e ancora. Il suo piccolo naso contornava quello che era un viso perfetto.

«Cosa fai lì impalato? Vieni qui avanti» disse la ragazza senza distogliere lo sguardo dal libro.

Roy inizialmente non aveva capito ce l'avesse con lui. Solamente alla seconda esortazione, decise di muoversi e di andare verso di lei. Arrivatole di fronte, lei si spostò dolcemente, permettendo a Roy di sederle vicino. Intorno alla ragazza, c'era come un'aura mistica di benessere. Roy si sentì finalmente felice dopo tanto tempo. Non smetteva di fissarla, aveva una strana sensazione, come se già la conoscesse.

«Dove mi trovo?» disse titubante Roy.

«Sei in Paradiso. Qui tutti i tuoi sogni e i tuoi desideri si avverano» rispose la ragazza continuando a leggere.

"Paradiso? Sono forse morto???" pensò il ragazzo.

«Sò cosa stai pensando, ma sta tranquillo: non sei morto... non ancora almeno!» la ragazza sorrise dolcemente.

Roy, alla vista di quel sorriso così radioso e solare, arrossì. Alla fine, sopraffatto dalla curiosità, le chiese:

«Scusami se ti faccio questa domanda, ma noi due ci conosciamo?»

«Certo», rispose cordiamente la ragazza.

«E... chi saresti? Perdonami, ma non riesco proprio a ricordare...»

«Io sono la ragazza dei tuoi sogni, colei che hai sempre sognato e desiderato»

Roy era ancora più confuso di prima.

«Te l'ho detto, sei in Paradiso. Qui tutti i tuoi sogni e i tuoi desideri si avverano»

In un'esplosione di felicità, Roy urlò dalla gioia, saltò in piedi dalla panchina ed afferrò la ragazza per un braccio. Lei non si mosse e non ebbe alcuna reazione.

«Visto che sei la ragazza dei miei sogni, vieni con me! Se è vero che qui tutti i miei desideri si avverano, possiamo vivere per sempre felici e contenti, come nelle favole!»

«Mi dispiace, devo prima finire il mio libro. Finché non lo avrò finito, non mi muoverò di qui», la ragazza era irremovibile.

«Beh nel frattempo potrei fare un giro e tornare da te più tardi»

«Puoi fare tutto ciò che vuoi, ma ti avverto: se al tuo ritorno io non ci sarò più, non potremmo più incontrarci». La ragazza continuava a leggere il libro, senza distogliere lo sguardo.

Roy la squadrò nuovamente, questa volta con più attenzione. E fu allora che capì chi fosse quella ragazza: era il suo primo, grande ed unico amore. Inizialmente non era riuscito a riconoscerla solamente perché era cresciuta. La persona che più di ogni altra aveva desiderato in vita sua era finalmente lì, davanti a lui. Niente e nessuno poteva separarli, tranne una sua scelta. Decise quindi di sedersi accanto a lei, ammirandola in tutta la sua bellezza.

«Hai deciso di restare. Ne sono felice» disse la ragazza continuando a leggere.

«Non potevo abbandonarti col rischio di perderti, non di nuovo....»

La ragazza sorrise: «Dovresti trovarti qualcosa da fare, rischi di annoiarsi restando qui senza fare niente»

«Ma io non mi sto annoiando. Sto ammirando la persona più bella ed importante della mia vita»

«Potrebbero volerci secoli prima che finisca il mio libro»

«Saranno secoli di felicità, qui accanto a te»

La ragazza non si scompose. Mentre stava girando pagina, vide con la coda dell'occhio lo sguardo del ragazzo, intento ad osservarla. Era lo sguardo di un innamorato, di chi sarebbe rimasto per sempre al fianco della persona amata, perché è lì che ha trovato la felicità. Anche se non lo diede a vedere, la ragazza ne fu estremamente felice. Decise quindi di fare un regalo al ragazzo per alleviare la sua attesa. Improvvisamente, un gatto sbucò fuori da dei cespugli e si avvicinò a Roy. Miagolando, si appoggiò sulle sue gambe e cominciò a dormire. Roy non riuscì a trattenere le lacrime: il suo primo animale domestico, a cui era affezionato oltre ogni limite e che aveva perso in tenera età a causa di una malattia, ora era lì, sulle sue gambe. Il ragazzo lo accarezzava delicatamente, facendo passare lentamente la sua mano tra il pelo del felino. Una sensazione che non provava da tempo e che lo rese felicissimo. Era così felice da chiudere lentamente gli occhi ed appisolarsi su quella panchina, facendosi cullare dalla brezza e dai raggi del sole, sentendo il rumore della fontana alle sue spalle che in aria formava tanti piccoli arcobaleni. Era felice finalmente...


«SVEGLIAAAAA!»

Un forte urlo svegliò Roy si soprassalto, portandolo in una realtà opposta alla precedente: un luogo buio, desolato, pieno di polvere e terra arida. Gli alberi erano secchi e morti, senza nemmeno una foglia ad adornarli. I rami si muovevano e si scontravano tra loro, mossi da un vento gelido portatore di morte. Nessuna traccia di fiori o di animali. Solo uomini in catene, intenti ad essere torturati da degli esseri simili a diavoli: avevano il corpo possente e muscoloso, di un grigio pallido. Un paio di corna nere si ergevano sopra la loro testa. Il mento ed il naso a punta, un accenno di barba, occhi rossi come il fuoco. Brandivano le armi più disparate: fruste, spade, martelli, forconi, torce, coltelli, con le quali affliggevano ferite mortali a quei dannati, costretti a subire senza potersi difendere. Roy non riusciva a capire come potesse essere arrivato fin lì se, un attimo prima, si trovava in tutt'altro luogo, immerso nella felicità e tranquillità più totale. Ora invece si ritrovava in ginocchio, con lo sguardo rivolto verso terra, insieme ad altre persone nella sua stessa situazione. Con passo svelto, si avvicinò loro una persona distinta, in un completo blu e con una cravatta rossa. Indossava un paio di occhiali da sole, aveva tre corna maestose sul capo, che incutevano timore, una valigetta in una mano ed un'agenda nell'altra. Cominciò il suo giro partendo dal primo della fila: «tu devi essere Michael.... mmm sì sì, so benissimo in quale girone metterti. Portatelo nel girone dei lussuriosi! Così impari ad avere un'amante, eheh» e passò al successivo, mentre Michael veniva portato via da due grandi diavoli alati.

Arrivato a Roy, l'uomo rimase per un attimo interdetto. Fissò il ragazzo, poi l'agenda e poi di nuovo il ragazzo. Infine esclamò, mostrando un terribile ghigno: «Mi dispiace, ci dev'essere stato un errore... lei non dovrebbe essere qui, la sua ora non è ancora giunta. Un paio dei miei collaboratori l'accompagneranno all'uscita, buona giornata»

Due grossi uomini in abiti neri ed occhiali da sole, si avvicinarono a Roy e lo presero delicatamente per le braccia, accompagnandolo verso una porta con la scritta "EXIT". Roy poté guardarsi un po' intorno e vide che gli altri diavoli e gli altri dannati avevano reazioni contrastanti: c'è chi rideva, chi scuoteva la testa guardando a terra e chi invece piangeva per la sorte toccata al ragazzo. Roy sentì un dannato dire qualcosa a bassa voce verso un diavolo:

«Che destino crudele... vivere una seconda vita.... vedere le persone a te care che soffrono e se ne vanno.... soffrire a tua volta.... rimanere solo....»

«È proprio questo il bello! Ecco perché qui all'inferno siamo così cattivi, ahahahah!»

Il ragazzo fu portato in una stanzetta buia, con una sedia al centro, illuminata da un cono di luce dall'alto. Roy fu messo a sedere ed uno dei due uomini disse:

«Ora tu aspetta qui, verrai portato nel tuo mondo al più presto»

«In che modo?» chiese Roy.

«Così!» disse l'altro uomo, colpendo violentemente alla testa il ragazzo con un manganello, facendolo svenire sul colpo.

Al suo risveglio, Roy si ritrovò nella sua stanza, disteso sul letto, con la testa sul cuscino. Nessun dolore relativo alla botta ricevuta, solamente il ricordo di tutto ciò che è successo: quel luogo incantato e paradisiaco, l'incontro con quella ragazza ed il suo vecchio amico peloso, il benessere provato per poi svanire una volta ritrovatosi in quell'inferno, circondato da diavoli e dannati. Il ragazzo si mise seduto sul letto, con lo sguardo rivolto verso il vuoto, per riorganizzare i pensieri e capire cosa fosse successo. E fu lì che la sentì.... di nuovo.

"Ora che hai visto cosa ti aspetta, cosa hai deciso?"

«Di nuovo tu.... ho visto cosa mi proponi e non capisco come tu possa minimamente pensare che qualcuno possa scegliere l'Inferno.... è palese che tutti scelgano il Paradiso!»

"Ne sei così sicuro? Sei così convinto che tutti vogliano stare in un luogo dove i propri desideri prendono forma, ma chissà quando potranno avverarsi? E che mi dici della 'seconda possibilità' che ti viene concessa con l'altra scelta? Una possibilità per realizzare tutto ciò che non hai potuto realizzare in precedenza, con l'impegno, la costanza ed un pizzico di fortuna"

Roy rimase interdetto. Non aveva minimamente pensato a questo modo di vedere la scelta che gli era stata concessa.

"Pensaci bene.... so che quando tornerò, avrai fatto la scelta giusta"

In un angolo della stanza, Roy intravide una strana figura che gli dava le spalle: sembrava avere delle fattezze umane, indossava un lungo cappello nero ed un cappuccio che gli copriva l'intero capo e brandiva una falce. La strana figura si girò e, con il suo viso scheletrico, disse: «Ci rivedremo presto...», sparendo subito dopo.


"E voi? Quale sarà la vostra scelta?"

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