sabato 17 maggio 2014

Il Pittore Ambizioso - capitolo 2 - La tavolozza

«Una strega?!». Elia non riusciva a credere a quelle parole. Eppure spiegherebbe il perché gli abitanti fossero spariti di colpo.

«Certo. Non se ne vedono più molte in giro, dopo il periodo della caccia alle streghe, però qualcuna ne è rimasta». La vecchietta iniziò a ridacchiare.

«Perché stai ridendo?» chiese Elia con una punta di curiosità.

«Perché se non ti avessi fermato, te ne saresti andato buttando al vento la tua unica possibilità di ritrovare la passione per la pittura»

«Come fai ad esserne così sicura?»

«Perché ho qui qualcosa per te». La vecchia tirò fuori, da dietro la schiena, una tavolozza. Era di legno, un legno marcio, dalla qualità molto scadente. Aveva chiazze nere un po' ovunque, ma nessun'altra macchia. La cosa era strana visto che la tavolozza sembrava abbastanza vecchia, impossibile che nessuno l'avesse mai utilizzata e che quindi non avesse qualche macchia colorata qua e là.

«Cosa dovrei farmene di quella tavolozza? Ho già la mia, guarda», Elia estrasse dalla sua bisaccia una splendida tavolozza di legno di quercia, perfettamente tenuta e levigata. Sul retro riportava le sue iniziali: E. W. Andava molto fiero di quella tavolozza, modellata da lui stesso usando il legno dell'albero di quercia che cresceva dietro la sua casa.

«Ma questa è speciale» ribattè la strega.

«E cosa avrebbe di così speciale?»

«Non ha bisogno di colori»

«E come dipingerei secondo te?»

«Con la fantasia e l'immaginazione!»

«Va bene che sei una strega, ma forse hai qualche rotella fuori posto»

«Sei ancora scettico vedo... ti propongo uno scambio allora: la mia tavolozza per la tua. Se non dovessi più essere soddisfatto, potrai tornare qui, in questo villaggio, e chiedermi di ridarti indietro la tua. Io non mi muoverò di qui»

Elia ci stava pensando.

«Suvvia, cos'hai da perdere? Non capita tutti i giorni di fare affari con una strega!» esortò la vecchia.

Il pittore si avvicinò alla strega, la fissò negli occhi e disse: «Se non dovessi trovarti quando tornerò, ti darò la caccia anche in capo al mondo e ti costringerò a ridarmi la mia tavolozza. E stai pur certa che se vorrai imbrogliarmi, me ne accorgerò»

«Ti do la mia parola, dovessi bruciare su di un rogo seduta stante!»

I due si strinsero la mano e si scambiarono le tavolozze.

«Un'ultima cosa... guarda dietro di te» disse la vecchia.

Elia si girò, ma non vide nulla.

«Vecchia, ti va di scherz...», una volta rigiratosi, la vecchia era sparita. Sentì di nuovo il chiacchiericcio di sottofondo. La gente era improvvisamente ritornata. Era come se non se ne fosse mai andata.

"Avrò fatto bene a fidarmi di quella strega? E se mi avesse lanciato qualche sortilegio?" si disse tra sé e sé.

Improvvisamente, un bambino che stava camminando con delle stoffe tra le braccia, cadde a terra. Era assetato e respirava affannosamente. Una folla accorse per soccorrerlo. Elia sentì le urla e gli schiamazzi e si avvicinò incuriosito.

«Ha bisogno di acqua. Presto, portate dell'acqua!»
«Non ce n'è più, per oggi l'abbiamo finita! Ci vogliono due ore per arrivare al pozzo, non credo che resisterà!»
«Se solo ci fosse ancora il fiume, a quest'ora avremmo acqua in abbondanza!»

Poco lontano dal villaggio, Elia notò quello che sembrava essere il letto di un fiume, oramai completamente prosciugato. E proprio in quel momento che, istintivamente, afferrò la tavolozza ed un pennello e si allontanò dalla folla, raggiungendo il letto del fiume. Una volta arrivato al suo bordo, passò il pennello sulla tavolozza. Era come in uno stato di trance, nella sua mente c'era un unico pensiero.

"Azzurro"

Diede una pennellata, da un'estremità all'altra del fiume. Subito dopo tornò in se.

"Cosa stavo facendo?" si disse interdetto. Un rumore però lo distolse dai suoi pensieri. Dell'acqua stava confluendo dalla parte in cui aveva iniziato a muovere il pennello, passando per tutto il fiume, fino a perdita d'occhio.

Un abitante che passava di lì per caso iniziò ad urlare: «ACQUA! ACQUA! C'È DELL'ACQUA! SIAMO SALVI, IL FIUME È DI NUOVO PIENO D'ACQUA!»

La gente del villaggio accorse in massa per abbeverarsi e salvare così quel bambino. Era un tripudio di gioia: gente nuda che si faceva un bel bagno, bambini che giocavano con l'acqua, contadini che irrigavano i loro campi, donne che lavavano i propri vestiti.

Elia era incredulo a ciò che stava osservando. Era stato davvero lui a fare ciò? Che stregoneria era mai questa? Però quella vista lo rendeva felice. Era come ammirare un bellissimo dipinto.

"Come ammirare.... un dipinto? MA CERTO!". Elia aveva finalmente capito. Sapeva cosa doveva fare. Ripose la tavolozza ed il pennello nella bisaccia e continuò il suo viaggio, lasciandosi alle spalle quella gente in festa.

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