sabato 24 gennaio 2015

Il libro dei sogni

Il mio nome è Leopold e sono un ragazzo di 28 anni pieno di sogni e di speranze. Solo che, in questo mondo, di sogni e di speranze ce ne sono veramente pochi, con la maggior parte irrealizzabili. Ma io non mi arrendo e, da bravo sognatore quale sono, continuo a sperare! Spero che un giorno i miei sogni si possano realizzare. E quel giorno, strano a dirsi, arrivò inaspettatamente. Ma è meglio che vi racconti tutto con calma.

Era una calda sera estiva, non tirava un filo di vento. Come al solito ero uscito per cercare di distrarmi un po', di non dare spazio a quei pensieri che mi assillavano giorno dopo giorno. Quella sera, lo ricordo perfettamente, c'era un mercatino dell'usato all'aperto, non poco distante da casa mia. Decisi quindi di darci un'occhiata. Fu lì che incontrai quello strano tipo.

«Vieni qui mio caro giovane, ho qualcosa che forse può interessarti!» mi disse fissandomi negli occhi. Era un vecchio mercante con un turbante in testa, denti gialli e storti, un grosso naso a patata e degli occhi piccoli e neri. Io mi avvicinai incuriosito, ma ciò che aveva sul bancone era solo cianfrusaglia. Alché, al mio sguardo perplesso, rispose subito dicendo: «lo so che sei scettico vedendo questa roba da quattro soldi che ho qui sopra, ma per te ho qualcosa di meglio». Da una scatola sotto al bancone estrasse un libro con una copertina blu con impresso il simbolo di una nuvola ed intitolato 'Il Libro dei Sogni'. Pensai subito a qualche libro per bambini pieno di unicorni rosa, arcobaleni ed orsetti gommosi. «Perché non lo apri invece di fantasticare a quante cose da bambini potrai trovarvi all'interno?» disse come se potesse leggermi nella mente. Seguii il consiglio e cominciai a sfogliarlo. Niente. Non c'era scritto assolutamente nulla, solo pagine giallastre. Pensai subito ad uno scherzo. «Nessuno scherzo» replicò il mercante, confermando sempre di più la mia tesi della 'lettura del pensiero'. «Questo è un libro magico! Qualunque cosa tu scriva, bella o brutta che sia, si avvererà! È il libro per far avverare i propri sogni, giusti o sbagliati che siano». Un libro per avverare i sogni? Sciocchezze, pensai senza esitare! Ma l'uomo insistette ancora: «So che sei scettico e mi credi un pazzo, ma perché non lo provi? Voglio regalartelo perché sei una persona di buon cuore e con tanta sofferenza dentro di se. Spero che questo mio regalo possa renderti felice. Voglio solo farti un avvertimento: usalo saggiamente, potresti pentirtene altrimenti». Dopo quelle parole, il rumore dei fuochi d'artificio mi distrasse. Mi girai un attimo per ammirarli e, quando tornai al mercante, lui se n'era già andato. Anzi, la parola adatta era 'volatilizzato': non c'era più segno né di lui, né della bancarella! Il libro però mi rimase in mano. Avevo per caso una penna nella mia tasca, decisi allora di dargli una chance. Cominciai a scrivere sulla prima pagina:

"Lasciai il mercatino per dirigermi verso casa, trovando casualmente per terra una banconota da 100 dollari"

"Figuriamoci se potrò mai trovare una banconota da 100 dollari" pensai tutto spavaldo. Mi dovetti ricredere: tempo 5 minuti di cammino e trovai a terra quei benedetti 100 dollari. Li raccolsi e mi guardai in giro, per controllare che non fossero di qualcuno. Non c'era anima viva, così li misi nella tasca della giacca e tornai a casa felice. Ma non ero ancora convinto, poteva benissimo trattarsi di una coincidenza. Decisi quindi di provare con un altro 'desiderio':

"Al mio risveglio troverò una torta sul tavolo della cucina, pronta per essere mangiata per una colazione abbondante. La torta mi sarà stata preparata da mia madre in persona e sarà buonissima!"

Dopo aver scritto quella cosa, decisi di andare a dormire, convinto che non sarebbe mai potuto accadere nulla di simile.
L'indomani mi alzai di buon'ora e, con mia somma sorpresa, trovai una bellissima torta sul tavolo della cucina. Ne assaggiai subito un pezzo: era deliziosa! Mia madre si palesò dalla cucina e mi disse che le era presa l'ispirazione e ha voluto farmi una torta. Io ero decisamente incredulo: mia madre detesta i dolci e non ne ha fatto nemmeno mezzo in vita sua! Cominciai a pensare che non fossero solamente delle banali coincidenze...
Mi vestii in fretta ed andai al parco. Era una domenica e non dovevo lavorare, quindi decisi di svagarmi un po', portando il Libro dei Sogni con me per fare qualche altro test.
Il parco era pullulante di gente di ogni età: genitori con i propri figli, nonni con i propri nipoti, gente che portava a passeggio il cane, giovani coppie innamorate. E fu proprio su queste ultime che provai ad usare di nuovo il libro.

"La coppia davanti a me litigherà per una sciocchezza e non si parleranno più per 2 giorni"

Non appena finii di scrivere, la ragazza della coppia davanti a me diede uno schiaffo al suo compagno, insinuando che stesse guardando un'altra ragazza. Il ragazzo ovviamente negò tutto ed i due cominciarono a discutere, per poi allontanarsi in malo modo. Il mio esperimento era riuscito, ma ciò non mi bastava. Continuai con un altro 'desiderio':

"Il cane alla mia destra, si accoppierà con la cagnetta dietro di me"

Detto fatto, il pastore tedesco alla mia destra corse subito verso la barboncina dietro di me e le saltò addosso, con grande imbarazzo di entrambi i padroni. La scena era abbastanza comica e mi scappò una risata. Altro esperimento concluso con successo! Ma era giunto il momento di smetterla con gli esperimenti e di fare sul serio.

"Sono arrivato primo in una lotteria in cui si vincono tutte le console di nuova generazione con i giochi più in voga al momento"

Siccome la mia più grande passione sono i videogiochi, decisi di togliermi qualche sfizio. Subito dopo ricevetti un sms da mio fratello che mi informava dell'arrivo a casa di alcuni pacchi relativi ad un concorso. Risposi al messaggio con un "sì, sono delle console con relativi giochi, puoi montarle e giocarci se ti va" mentre un grande sorriso faceva capolino su tutto il mio viso. Ma la cosa ancora non mi bastava.

"La mia famiglia ha vinto un viaggio ai Caraibi. Partiremo il mese prossimo"

Questa volta mi chiamò direttamente mia madre, avvisandomi del viaggio. Ma non era ancora abbastanza.

"Grazie ad un'eredità improvvisa, la mia famiglia ha ottenuto un'ingente somma di denaro ed una nuova casa nel quartiere più sofisticato della città"

Altra telefonata, questa volta da mio padre: mi avvisava che un suo vecchio zio era morto e ci lasciava in eredità tutto il suo patrimonio e la sua casa in centro. Potevo ritenermi soddisfatto certo, ma non lo ero. Volevo osare di più. Tornai a casa, trovando i miei genitori in lacrime di gioia e mio fratello intento a giocare con le nuove console. Andai in camera mia e mi chiusi dentro per non essere disturbato. Aprii la finestra e scrissi sul foglio con mano tremante:

"Il mio povero gatto, morto precocemente, apparirà dinnanzi a me, più in forma che mai"

Finito di scrivere, aspettai. Ma di lui non v'era traccia. Pensai allora che i miracoli non potessero accadere, ma non appena mi alzai per aprire la porta, sentii un miagolio sotto la finestra. Mi affacciai e vidi il mio gatto di nuovo in vita, più energico ed in salute che mai! Lo abbracciai forte, fin quasi a spappolarlo. Non potevo mostrarlo agli altri, non ancora almeno, quindi decisi di nasconderlo nella mia camera. E fu dopo quel desiderio che decisi di osare ancora di più. Presi la penna e cominciai a scrivere, pensando che questo potesse risolvere tutti i miei problemi:

"È la mattina di una bellissima giornata estiva. Il caldo afoso si fa sentire, ma ogni tanto una leggera brezza porta un po' di sollievo. Mi sto recando in stazione, per quella destinazione che ho sempre sognato. Una città che ho già avuto modo di visitare diverse volte in passato, ma che ora sarebbe stata diversa. Tutto sarebbe stato diverso. Perché ora andavo a trovare lei. Nessuna fiera, nessuna uscita con amici, solo io e lei. Un appuntamento vero e proprio, è stato lei a chiedermelo: 'Vorrei incontrarti, devo assolutamente dirti una cosa a voce. Non chiedermi nulla, dimmi solo quando arriverai e mi farò trovare in stazione', così recitava l'sms. Le risposi solamente con il giorno e l'ora del mio arrivo. Il viaggio durò un'eternità: anche se erano solamente poche ore effettive, l'ansia faceva sì che si prolungassero. Non facevo altro che guardare quell'sms. Perché proprio ora? Cosa vorrà mai dirmi? È forse successo qualcosa?
Il treno stava per arrivare in stazione. Ancora pochi minuti e avrei avuto le risposte che cercavo. Mentre la voce all'altoparlante consigliava di prepararsi, io ero già davanti alle porte del treno. Non avevo bagagli, solamente il portafoglio ed il cellulare. Tremavo. Ero nervoso. Le gambe riuscivano a stento a muoversi. Il treno si fermò e le porte dinnanzi a me si aprirono. Scesi e percorsi la banchina in direzione della stazione vera e propria. E ad un tratto... mi fermai. La vidi. Bellissima come sempre, proprio come me la ricordavo se non addirittura più bella. Non riuscii più a muovere un passo. Lei, vedendomi, cominciò a correre verso di me. Io ero ancora impietrito e non riuscii ad andare verso di lei. Mi raggiunse e mi abbracciò, scoppiando in lacrime. Quell'abbraccio durò svariati minuti. Lei piangeva, io non riuscivo a fare nulla. Alla fine si staccò, mi baciò dolcemente sulle labbra e mi susurrò all'orecchio: 'Ti amo' "

Mi fermai in preda all'agitazione. Il cellulare emise il suono di notifica dell'arrivo di un sms. Non ebbi il coraggio di aprire quel messaggio. Scossi la testa più volte, mentre rileggevo quelle righe. Alla fine presi una decisione: strappai la pagina, dandole successivamente fuoco.

"Non è così che voglio che si innamori di me", pensai tra me e me. Intanto il mio gatto si era adagiato sulle mie gambe mentre ero seduto. Lo fissai mentre dormiva e faceva le fusa. Lo accarezzai un paio di volte, sentendo le fusa incrementare di intensità. 

"Usalo saggiamente, potresti pentirtene altrimenti". Le parole di quel mercante ad un tratto mi risuonarono per la testa. Una lacrima scese lungo il mio viso. Guardai per l'ultima volta il mio gatto e pensai: "Non è così che doveva andare. Non può essere tutto così facile". Così ripresi la penna in mano e scrissi un ultimo 'desiderio'.

"Vorrei tornare a prima che il mercante mi porgesse il libro"

Un flash e subito dopo eccomi di fronte al mercante che mi fissava con sguardo compiaciuto.

«Mi dispiace ma non sono interessato a nulla. Ognuno deve costruirsi il proprio futuro contando sulle proprie forze, impegnandosi e lottando. Le perdite subite, le esperienze trascorse, fanno tutte parte del nostro bagaglio e della nostra crescita. Non dobbiamo rinnegarle, non dobbiamo evitarle e non possiamo assolutamente cancellarle o sostituirle. Dobbiamo solamente andare avanti e dobbiamo farlo con la nostra volontà e voglia di fare» dissi con fermezza. Il mercante continuò a fissarmi, fece un cenno di consenso con la testa e mi sorrise. Me ne andai soddisfatto, conscio che forse buttai la mia unica opportunitù di essere felice. Ma fui comunque fiero della mia scelta.




«Hai fatto la scelta giusta. Buona fortuna, ragazzo» disse il mercante, prima di sparire nel nulla.

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