lunedì 2 gennaio 2017

Scottarsi

Era lì davanti a me, il tesoro che avevo sempre desiderato: splendente, luccicante, bello da far impallidire. Il diamante più grande e magnifico che abbia mai visto. Potevo afferrarlo. Dovevo afferrarlo e farlo mio. Lo volevo, lo desideravo con tutto me stesso. C'era però un piccolo problema: era avvolto dalle fiamme. Non delle normali fiamme, ma fiamme viola inestinguibili. L'unica cosa che potevo fare era... allungare la mano e cercare di afferrarlo per farlo mio.
All'inizio ero titubante. "E se mi scotto?" pensai. Ma il desiderio di possederlo era superiore.

"È la cosa che ho sempre sognato, non posso lasciarlo lì!".

Decisi di rischiare. Allungai la mano. Stavo per toccare il leggiadro fuoco violaceo. A pochi centimetri dal fuoco però, sentii un calore fastidioso. Ritrassi immediatamente la mano. Aspettai qualche secondo che passasse, soffiando sulla parte incandescente. Non avrei mai pensato che un fuoco bruciasse a tal punto.

Guardai sconsolato quel diamante. Mi richiamava col suo bagliore. Lo volevo. Lo desideravo. Non ne avrei mai trovato un altro così. Decisi di ritentare. Questa volta sarei stato più svelto. Con uno scatto felino, allungai il braccio e questa volta la mano entrò per più di metà nel fuoco. Dovetti però ritrarla all'istante, in preda al dolore.

Guardai la mia mano: bruciature ovunque. Avvertivo un fortissimo dolore su tutta la mano, benché l'avessi immersa completamente nel fuoco. Aspettai qualche minuto, prima che il dolore passasse. Avevo la pelle della mano di un colore rosso vivo.

"Possibile che un fuoco possa bruciare a tal punto e così in fretta?!"

Non mi davo pace. Dovevo avere quel diamante. "Tenterò il tutto per tutto", pensai. Dovevo afferrarlo e portarlo fuori dal fuoco, ignorando il dolore. Deciso, allungai nuovamente la mano. Questa volta riuscii ad afferrare il diamante. Il dolore era disumano, ma resistetti. L'orrore sul volto quando provai a sollevarlo: impiegai tutta la mia forza, ma il diamante era come ancorato al terreno. Lasciai subito la presa ed arretrai. Il braccio era indolenzito, la pelle bruciacchiata, non avevo quasi più sensibilità. Provai a muoverlo, ma con scarsi risultati. Ed il diamante era lì a terra, immobile. Non ero riuscito a spostarlo nemmeno di un millimetro.

Affranto, caddi in ginocchio, versando qualche lacrima. Fissai di nuovo il diamante.

"Non mi ricapiterà mai un'altra occasione così..."

Senza pensarci, tenendomi ancora il braccio dolorante, mi spinsi tra le fiamme.



Passarono gli anni. Non rividi più quel diamante... fino ad ora. Almeno, a primo impatto, credetti di vedere lo stesso diamante. Era invece diverso. Ugualmente bello, anche se dalla forma e dalla luce diverse. Ed anche questo era circondato da un fuoco, questa volta di colore rosato. Anche quel diamante mi attirava per la sua immensa bellezza. Istintivamente allungai il braccio destro e... mi fermai. Rimasi a fissare il mio braccio... o meglio, la metà che era rimasta. Quella ferita mi accompagnava da diversi anni ormai, ma non mi ci ero ancora abituato.
Abbassai il braccio, diedi un'ultima occhiata al diamante e me ne andai sconsolato.

"'Venire scottato'.... ora capisco"

Nessun commento:

Posta un commento